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Una circolare del Ministero in cantiere “sbloccherà” la revisione delle bombole in carbonio: Federmetano ci aiuta a fare chiarezza

 
La revisione delle bombole metano in fibra carbonio o altro materiale composito, come ben sanno i proprietari delle auto che ne sono equipaggiate, è a un punto morto, ma si prepara ad una svolta decisiva. Interessanti novità bollono nel pentolone del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che vedranno coinvolte le officine autorizzate indipendenti qualificate per l'allestimento di veicoli a metano e tante altre novità in arrivo per chi ha già un'auto a metano o sarebbe interessato a comprarla, ma è preoccupato della revisione. Abbiamo chiesto aiuto a Federmetano, che da sempre dialoga con il Ministero e le Case auto, per fare chiarezza sullo stato attuale e le novità in arrivo che riguardano la revisione delle bombole a metano in composito.
 
Aggiornamento del 21 dicembre 2016 Il Ministero ha diramato la circolare del 30 novembre 2016 con cui apre alle officine indipendenti per la revisione delle bombole di metano in composito con l'aiuto di Federmetano. La circolare recita: "dopo l'avvio della procedura sarebbero state ricomprese,come sedi di riqualificazione, anche soggetti non appartenenti alla rete dei costruttori (officine private)". Rimandiamo ad una successiva analisi e commenti sulla circolare in oggetto.
 

IL TEST FALLITO CON LE OFFICINE DELLE CASE AUTO

Sebbene il Ministero abbia provato a mettere una toppa all' inadeguatezza della procedura di revisione delle bombole a metano in composito con la circolare del 27 marzo 2015 (vedi allegato in basso), la macchina delle revisioni - come ci spiega Federmetano - non ha mai trovato lo slancio giusto a causa di diverse criticità organizzative riscontrate con le officine di assistenza delle Case auto (le sole a poter operare con la recente circolare). Il caso delle revisioni bloccate ha creato non pochi problemi ai clienti, tant'è che in alcuni casi sono stati anche costretti a circolare solo a benzina, in attesa di nuove disposizioni dal Ministero. Federmetano però ci ha rilasciato un'intervista esclusiva in cui annuncia interessanti novità in arrivo per i fautori della mobilità a metano interessati ad acquistare un'auto con le bombole in fibra di carbonio o altri materiali compositi, più leggere, sicure e longeve di quelle classiche in acciaio.
 
Quando sono iniziati i veri problemi con la revisione delle bombole in carbonio?
In molti casi questi serbatoi hanno avuto problemi di collaudo fin dall'inizio. Nel 2014 infatti, si eseguivano le operazioni di collaudi delle bombole come in Italia si fa da oltre 30 anni: si smontavano, si portavano ai centri di collaudo e si rimontavano. Allorché essendo una movimentazione di bombole molto particolari poiché realizzate con materiali diversi dall'acciaio (vedi laminazione nella foto qui sotto) classico delle bombole che siamo abituati a vedere nelle officine, i Gruppi tedeschi (in primis Mercedes Benz) hanno redatto delle schede tecniche che vietavano assolutamente lo smontaggio della valvola, perché la sua struttura è l'unica parte metallica che c'è in un serbatoio in composito ed è collegata ad una filettatura metallica inserita nel serbatoio. Lo smontaggio della valvola, secondo i Costruttori avrebbe potuto sollecitare l'accoppiamento filettatura-bombola e creare problemi. Quindi sulla scorta di questo insieme alla VDA (l'associazione dei Costruttori di auto tedeschi, principalmente VW, MB e Opel) hanno chiesto al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture di trovare una soluzione diversa da quella classica per la revisione delle bombole in acciaio e questo incontro ha successivamente prodotto la circolare del 27 marzo del 2015.
 
Cosa è andato storto nella revisione delle bombole con la nuova Circolare?
Questa circolare ha rivoluzionato sostanzialmente le procedure di revisione della bombole in Italia, con un controllo esclusivamente visivo, sempre da parte di un funzionario della Motorizzazione civile come vuole il protocollo classico, ma senza smontarle dall'autoin teoria, poiché non sempre è sufficiente smontare la sola protezione sottoscocca e ingegnarsi con specchietti e torce.  Fin qui sembrava tutto risolto: bastava rendere note le officina tra quelle della Rete ufficiale del Costruttore (disponibili nei confronti dei clienti e che prenotassero l'uscita del funzionario) e che i Costruttori auto mettessero a disposizione dei funzionari della Motorizzazione dei manuali tecnici sulle bombole da revisionare (il funzionario può chiedere anche lo smontaggio di qualche componente o del pacco bombole per visionarlo meglio). In realtà l'elenco di queste officinedella Rete tecnica ufficiale è stato disatteso completamente. Inoltre, mentre il collaudo delle bombole di acciaio è previsto ogni 4 anni, questa nuova circolare dispone la prima revisione dopo 4 anni e successivamente ogni 2 anni senza un ben precisato motivo da parte del Ministero.
Quali misure sono allo studio per sbloccare le revisioni delle bombole in carbonio?
Fino ad oggi la procedura ufficiale è prescritta dalla circolare del 27 marzo 2015. Noi però stiamo raccogliendo tutte le criticità sulla revisione delle bombole in composito segnalate dai consumatori per cercare una soluzione con il Ministero e le Case costruttrici. Dopo un anno di dialoghi, visto che il test condotto affidando la revisione delle bombole alle sole officine della Rete tecnica delle Case auto non ha dato i risultati sperati, si intravede un'apertura anche alle officine private specializzate nell'allestimento di auto a metano. Visto che lo prevede in prima battuta anche la direttiva europea 461/2010 sulla concorrenza nell'ambito dell'autoriparazione e anche la stessa circolare del marzo 2015.
Quali vantaggi porterà la "liberalizzazione" delle revisioni delle bombole in composito?
Noi speriamo possa essere una ripartenza che porti ad un'offerta maggiore di officine specializzate di settore con una riduzione dei costi di revisione per il consumatore. Perché forse non tutti sanno che i costi di revisione sono costituiti in parte da spese amministrative (legate alla prenotazione per ciascuna auto e alla trasferta da pagare all'ispettore della Motorizzazione). Ebbene, in concerto con l'ente Gestione Fondo Bombole Metano (che percepisce un contributo dai distributori) Federmetano è riuscita ad ottenere il rimborso delle spese amministrative per la Motorizzazione (che non comprendono quindi eventuali costi di manodopera da pagare all'officina per lo smontaggio del pacco bombole dall'auto, ndr). Quindi le officine ad oggi dovrebbero scontare questo costo al cliente che sarà coperto dall'EnteGestione Fondo Bombole Metano. Mentre spesso l'officina richiede questi costi al cliente e poi li rimborsa quando gli viene accreditato l'importo dall'ente,  creando non poca confusione anche nei consumatori che non sanno se e quando avranno il rimborso. La prossima circolare del Ministero che apre alle officine autorizzate indipendenti ma specializzate per la revisione chiarirà anche questa procedura di rimborso. L'apertura alle officine private indipendenti avrà un riscontro molto forte sia per la praticità, perché il consumatore potrà rivolgersi a più professionisti (senza andare a cercarsi l'officina autorizzata della Casa auto disponibile a fare l'operazione come accade ora, ndr), sia dal punto di vista dei minori costi che si avrebbero con una maggiore concorrenza. L'intento di Federmetano è anche quello di coinvolgere i distributori di carburante: potrebbero raccogliere le prenotazioni per le officine e migliorare così l'operatività dei funzionari della Motorizzazione che escono per più auto alla volta.
In cosa consiste l'attuale ispezione per la revisione delle bombole in composito?
Come previsto dal regolamento ECE ONU R110, il regolamento internazionale madre per la revisione delle bombole in metano montate sulle auto di serie, si effettua una serie di verifiche, se l'auto ha subito un incidente, un incendio o semplicemente se durante il normale uso dell'auto le fasce metalliche di ritenzione della bombola possano aver danneggiato in qualche modo la struttura intaccando il materiale composito. Nel caso specifico viene fatta una serie di controlli come prescrive il manuale del Costruttore dell'auto sulla dimensione, l'espansione, la presenza di fibre delaminate, ecc (vedi qui le procedure ufficiali di riqualificazione delle bombole metano sul portale dell'Automobilista).
Con le officine indipendenti si stabilirà una procedura standard?
Quanto alla procedura che le officine indipendenti dovranno seguire (chi stabilirà se un pacco bombole va smontato o meno dall'auto ai fini dell'ispezione visiva?) è ancora un punto in corso di definizione (oggi è il funzionario eventualmente a chiedere lo smontaggio se non riesce a visionare o identificare le bombole), anche se la direzione comune intrapresa sembrerebbe quella favorevole allo smontaggio: PSA ha stabilito che per la Citroen C3 le bombole in composito vanno smontate (per dare un'idea basta rimuovere la protezione e liberare dal pianale dell'auto il telaio che contiene le bombole rimuovendo pochi bulloni), Opel ha integrato il manuale stabilendo che, se è necessario, le bombole si possono smontare, fa storia a se solo Mercedes-Benz che al momento ha confermato parere contrario allo smontaggio delle valvole, mentre per Volkswagen è un discorso ancora prematuro (le prime auto a metano andranno a revisione tra il 2017 e il 2018). Al di là della procedura ufficiale bisogna sempre entrare nel merito della responsabilità oggettiva del funzionario della Motorizzazione che approva la revisione delle bombole. E' anche vero che così com'è stata studiata, la revisione delle bombole in composito, anche se smontate dall'auto, non comporta trascinamenti, spostamenti o colpi subiti dalle bombole (come quelle di acciaio che vanno avanti e indietro tra le officine e l'ente Gestione Fondo Bombole Metano, ndr), per cui si vedono nella loro integrità di quel momento. Quindi è comprensibile che un ispettore della Motorizzazione che ha sulle spalle una certa responsabilità ci voglia vedere bene, chiedendo all'autoriparatore di smontare il pacco bombole dall'auto, piuttosto che firmare la revisione ad occhi chiusi.

LA NUOVA CIRCOLARE E LE PROSSIME TAPPE

Federmetano ci rilasciato un commento a caldo sulla circolare diramata dal Ministero di apertura alle officine private che potranno effettuare la revisione delle bombole di metano in composito parallelamente alle officine della Rete di assitenza dei Costruttori di auto, le sole inizialmente autorizzate all'intervento, come spieghiamo all'inizio dell'articolo:
Dopo oltre un anno di intensa collaborazione con il Ministero dei Trasporti e grazie all'attenzione ad un argomento che molti hanno  ignorato, Federmetano ha ottenuto l'apertura all'attività di "Riqualificazione periodica dei serbatoi CNG-4 " anche per le officine "private" indipendenti di settore. Questo obiettivo è indispensabile affinché i "metanautisti", nostri  clienti, possano ottenere un maggior servizio, alle migliori condizioni economiche e sull'intero territorio nazionale. Sarà necessario coordinare le attività tra officine specializzate,  operatori della distribuzione del metano autotrazione, ns associati, e  centri di revisione privati, per creare quelle collaborazioni   necessarie a favorire il lavoro di revisione delle MCTC locali. Auspichiamo che in 5-6 mesi si possa raggiungere una condizione il più  possibile soddisfacente per il maggior numero di clienti/utenti che  utilizzano serbatoi CNG-4 nelle proprie vetture e che oggi  quotidianamente ci richiedono aggiornamenti e spiegazioni riguardo la  normativa di revisione e i rimborsi. Un lavoro non facile, ma che è doveroso portare avanti. Abituati da oltre 60 anni a trattare i serbatoi in acciaio (CNG1), ci  troviamo oggi, per le evoluzioni del mercato dell'auto e le relative  scelte tecnologiche, a gestire una nuova generazione di serbatoi in composito CNG4, mantenendo come obiettivo principale la sicurezza del settore.
  
 Fonte: Sicurauto.it |